La qualità della carta di giornale è la peggiore che possiamo trovare dato che è composta di cellulosa ricavata dalla pasta di legno e quindi contiene molte impurezze come lignina ed altri incrostanti che ne accelerano i processi di degradazione. La carta di giornale è foto-sensibile perciò la minima radiazione provoca sul materiale ingiallimenti localizzati determinati dalla rottura dei legami di cellulosa per foto-ossidazione, che consegue nella fragilità del materiale che tende a smarginare ed assottigliarsi.
Prima di spiegare alcuni accorgimenti che rallentano i fenomeni di degrado, voglio sconsigliare alcune “cattive abitudini” che spesso vengo effettuate senza conoscere i danni che questi materiali ulteriormente apportano.
Sarebbe buona norma non ripiegare i giornali, poiché una carta così fragile non sopporta per nulla bene la piegatura. Difatti, spesso, lungo la piegatura la carta si mostra maggiormente assottigliata fino a presentare tagli netti o frastagliati con lacune e mancanze del materiale.
Evitare di conservare i giornali con delle fasce in carta da pacchi con lo scopo di tenere uniti tutti gli inserti, o con cartelle in carton-legno per conservarli, tali tipologie di carta sono fortemente acide ed il contatto con la carta di giornale – ma anche con qualsiasi altra tipologia di carta – provoca inestetici ingiallimenti a causa del rilevante quantitativo di sostanze acide che migrano incrementando ulteriormente l’ossidazione del materiale.
Non utilizzare spaghi, elastici e quant’altro per creare pacchi facilmente maneggiabili, lo spago lacera profondamente l’intero blocco durante le sue variazioni dimensionali determinate dal quantitativo di umidità nell’ambiente e gli elastici con il tempo invecchiano aderendo fortemente alla carta lasciando degli aloni di colore.
Un’accortezza che rigorosamente bisogna rispettare è quella di non esporre i ritagli di giornale alla luce e sotto-vetro, sono consapevole che la tentazione di esporli è molto forte, ma se teniamo a questi materiali e vogliamo che questi resistino per altri anni dobbiamo necessariamente trovare soluzioni alternative.
Se si tratta di una raccolta di inserti per i quali abbiamo previsto una rilegatura, ricordiamoci che per le rilegature di grandi e medie dimensioni la posizione da adottare sugli scaffali è quella orizzontale, evitando cattivi allineamenti e distorsioni.Inoltre, evitare di apporre nastri adesivi e colle per riparare strappi e mancanze nel supporto, questi materiali non solo indeboliscono ulteriormente la carta apportando sostanze acide, ma sono anche di difficile rimozione.
Come li conserviamo?
Consiglio di creare delle cartellette a dimensione, interfoliando ciascun inserto con carte de-acidificate. Le carte e i cartoncini devono essere privi di acidi e non devono prevedere l’impiego di sostanze sbiancanti, come il cloro, impiegate durante la fabbricazione. Attualmente, data l’attenzione da parte delle cartiere di creare carte a lunga durata e quindi di buona qualità, è possibile trovare carte con queste caratteristiche anche sul mercato, chiedendo al commerciante la scheda tecnica della carta. Altrimenti è sempre meglio chiedere consulenza ad un conservatore, restauratore o tecnico del restauro esperto in materiali cartacei che vi possa indirizzare verso la soluzione migliore impiegando materiali idonei alla conservazione e realizzare contenitori e cartelle a dimensione in base alle esigenze.
Conservare le cartelle in luoghi asciutti lontano da fonti luminose e di calore, assolutamente deleteri per questa tipologia di carta.
Dott.ssa Maria Rosa Borraccino